Grande successo per il Mediterranean Wine Festival

ilmarecolordelvinoDall’unione di mare, vino e solidarietà non poteva che nascere un grande successo. Ed è quello che è stato “Il mare color del vino – Mediterranean Wine Festival”, tenutosi a Pioppi venerdì 26 e sabato 27 agosto, nell’ambito del calendario del Festival della Dieta Mediterranea.

Tra il lungomare A. Keys e Palazzo Vinciprova, sede del Museo Vivente della Dieta Mediterranea e del Museo Vivo del Mare, si sono avvicendati laboratori a cura della Scuola Europea Sommelier, del Consorzio di Tutela Sannio DOP e della Mastroberardino Winery and Vineyards; degustazioni di vini e cibi della tradizione, spettacoli teatrali a tema. E ancora, la “Verticale” di Trentenare con Peppino Pagano della cantina San Salvatore 1988 e la presentazione del “Vino della Dieta Mediterranea”, un progetto di ricerca, formazione e valorizzazione della vitis vinifera frutto di un protocollo d’intesa fra il Comune di Pollica e la storica azienda vitivinicola Mastroberardino.

Alla luce del recente terremoto del centro Italia, il Mediterranean Wine Festival ha voluto farsi anche gara di solidarietà, dando spazio – nel corso della seconda serata – a un’asta con bottiglie di vino e altri prodotti locali, come l’olio. Oltre alle aziende e ai consorzi già citati, hanno partecipato alla due giorni altri marchi di eccellenza del territorio campano e non solo: Cantine Barone, Tenuta Macellaro, Case Bianche, San Giovanni, Casula Vinaria, Lunarossa Vini e Passione, Tenute Bianchino, Albamarina Viticoltori De Conciliis, La Morella, e il consorzio veneto Cantine Riunite.

La scelta di inserire “Il mare color del vino” nel programma del Festival della Dieta Mediterranea non è stata casuale. Il vino, insieme all’olio e al grano, rappresenta infatti uno dei pilastri della Dieta Mediterranea. Esso è considerato elisir di lunga vita per le sue numerose proprietà benefiche, nonché simbolo di convivialità per eccellenza, altro elemento alla base della Dieta mediterranea. Ma è anche uno dei settori trainanti dell’economia cilentana che – a partire proprio dalla patria dello stile di vita riconosciuto patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO – non può che ambire a renderlo sempre più protagonista dei pasti quotidiani e dei momenti di condivisione.  

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